
Il cardiochirurgo ascoltato dal gup per 4 ore. Marcelletti ammette gli sms hard
«Quei messaggini con la 13enne sono stati una cavolata ma non c'è stata violenza. Stavo con la madre»
Da due giorni agli arresti domiciliari con le accuse di truffa allo Stato, peculato e concussione e detenzione di materiale pedopornografico, ha ammesso davanti al gip di Palermo di aver fatto «una grossa cavolata» nell'intrattenere un rapporto via sms ed mms con la bambina di 13 anni. Lo dicono i legali del cardiochirurgo pediatrico, al termine dell'interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto lo specialista.
«Il professore - ha spiegato l'avvocato Roberto Tricoli - ha confermato davanti al gip di avere ricevuto diversi sms ed mms dalla ragazzina. Ma è bene precisare che si trattava solo di messaggi, e alcune foto di contenuto erotico ma subito cancellate. Non ci sono storie di violenza sessuale o di altro tipo perché i due non si sono mai incontrati». «Il professor Marcelletti - ha continuato l'avvocato Tricoli, con molta lealtà ha ammesso di avere intrattenuto una relazione sentimentale con la madre della bambina e poi ha anche ammesso che, per qualche giorno, è stata coinvolta anche una minore. Si tratta, è bene ribadirlo, di un atto erotico virtuale e cibernetico perché si tratta solo di alcune foto cancellate immediatamente dallo stesso Marcelletti pochi giorni dopo». La bambina di tredici anni e il cardiochirurgo, secondo quanto detto dallo stesso professionista davanti al giudice, ha ribadito che «i due non si sono mai toccati». Gli stessi legali di Marcelletti, Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli e Carmelo Piazza, hanno detto che il chirurgo era «molto teso, anche se sereno».
«L'indagato durante l'interrogatorio ha ammesso tutti i fatti posti a base dell'ordinanza di custodia cautelate». Lo affermano i magistrati della Procura della Repubblica a conclusione dell'interrogatorio del cardiochirurgo Carlo Marcelletti. Il medico, secondo i pm «ha giustificato solo le circostanze relative agli episodi di concussione e truffa, sostenendo di non conoscere bene il regolamento sulla libera professione e intramoenia dell'azienda ospedaliera civico». Secondo gli inquirenti, infatti, Marcelletti non avrebbe fatturato l'attività medica svolta intramoenia nell'ospedale, intascando così tutto l'onorario delle visite effettuate ed evitando di dare all'azienda la percentuale che le spettava per legge.
Al suo ritorno al residence dell'Addaura in cui si trova agli arresti domiciliari, Marcelletti è stato accolto dagli applausi di un gruppo di famiglie, formato complessivamente da una trentina trenta persone. Al suo arrivo in hotel, il medico è stato fatto entrare da un ingresso secondario. In questo modo è stato evitato il passaggio davanti alle persone che gli manifestavano solidarietà. Quando il gruppo ha appreso che Marcelletti aveva già fatto ritorno nel proprio appartamento, è arrivato un lungo applauso. La fiaccolata, prevista per giovedì sera, non si è più svolta, e le famiglie, di cui fanno parte ex pazienti del medico arrestato, hanno preferito manifestare solidarietà con un presidio davanti al residence.
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