26/01/07

Calibro 22

Sparare che Passione!
La calibro 22 è una pistola piccola e maneggevole, precisa e discreta…dicono che per questo sia l’arma dei killer e la migliore per imparare a tirare!
Devi impugnare l'arma saldamente, come fosse un corpo unico col polso e per non farlo tremare stringerla con decisione, ma senza troppa forza altrimenti potresti sbagliare; è la tua arma e la devi trattare con sicurezza, senza l'effetto intimidatorio che invece deve esercitare sul bersaglio che ti appresti a centrare.
Inserire le cartucce è come un rito propiziatorio...le prendi una ad una spingendole nel caricatore pensando ai colpi che andranno a sparare; poi il caricatore spinto nell'arma con decisione, azioni il carrello d'armamento e via...la prima pallottola è in canna pronta a partire...come fosse una la pallina nel flipper con cui ti diverti a giocare.
Pollice ed indice distesi a perfezionare l'impugnatura; solo quando decidi di sparare l'indice va sul grilletto...metti a fuoco il mirino tra la tacca di mira, il bersaglio è sfuocato...un respiro profondo...1 2 3 e via...quel via dura una frazione di secondo, ma è la più lunga mai provata...la mente smette di pensare, ti isoli completamente dalla realtà che ti circonda, senti solo le pulsazioni del tuo cuore ed il frastuono del rumore...è come nuotare sott'acqua e provare quella sensazione di ovattato tutt'intorno. Gli ordini perentori dell'Istruttore, gli sguardi complici degli altri tiratori, ritirare il proprio bersaglio e contare i tiri...che soddisfazione quelli buoni!
Il tiro al bersaglio si sa è sport maschile, il Poligono è regno di inquietanti figuri di mimetica vestiti, esperti cacciatori e militari in allenamento, ma se non pecco troppo di vanità femminile, devo dire che arrivare in tuta e maglietta rosa, attirare i loro sorrisetti divertiti e quasi pietosi, tirare e fare centro, andare via notando lo stupore e quel vago senso di rispetto ed ammirazione è stata proprio una grande soddisfazione!

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24/01/07

Quelle foto!

...quelle foto, quelle foto...che stretta al cuore!
Un giorno stai male ed il tempo sembra non voler passare; non hai voglia nè di libro, nè di film ed inizi a cercare...nella tua stanza, nella tua testa, nel tuo cuore...metti un cd, quella musica che ti fa rilassare...quella che usi con le candele e gli aromi nel bagno che non vedi l'ora di poter rifare...ed eccolo lì quell'album importante ed ingiallito come i libri antichi con quell'odore di tempo che passa!Eh già, di tempo ne passa proprio tanto ed anche in fretta...lo apri e lo sguardo si distende, le labbra sorridono ed una sensazione di pace senti arrivare...le foto di quando sei nata con quella cuffiettina all'uncinetto, che buffa un rospetto dagli occhioni che già scrutano il mondo intorno come fa lo spettatore con gli attori...tanti ricordi, tutti belli!Chissà perchè le cose quando passano sembrano migliori, forse quelle brutte non si fotografano...poi arriva la foto che ti colpisce e rimani a pensare...l'aria sorniona, quegli occhietti furbi, i capelli corti corti alla maschietto adatti al temperamento dell'infante, il braccetto teso pronto a muoversi per combinarne un'altra ed un'altra a ancora, la laguna ed il ricordo di Venezia con i suoi ponti ed i tanti sospiri; e poi...poi quel profilo praticamente perfetto, quello sguardo fiero e diretto che mille volte ti si è piantato addosso lasciandoti senza possibilità di scampo, quel naso perfetto e le morbide labbra che tanto ti hanno baciata e tanto continuano a farlo...la serenità della protezione, dell'amore spassionato che rimarrà incondizionato, quello che solo una madre può donare. Che stretta al cuore vedersi piccoli e scoprirsi adulti; che nostalgia l'infanzia e la sua spensieratezza; che triste vedersi invecchiare e vederlo fare a chi più ami accanto!Un appello, un invito, un consiglio...fate tante foto, tutte quelle che possano immortalare ciò che nel tempo vorreste fermare...è l'unico modo per non lasciarle scappare!

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22/01/07

Motori che Passione;Porsche Cayman il Grande Amore!

Porsche Cayman…già mi piace il nome: Caimano…mi dà l'idea della silenziosa rapidità!!!Arriva velocemente e senza troppo rumore, increspando solo lievemente l'acqua va dritto alla preda, l'assale e la domina, senza possibilità di reazione, senza scampo…è la fine!!!L'accelerazione è pazzesca, ti schiaccia contro il sedile come se qualcuno ti spingesse da davanti...puoi immaginare cosa provano i piloti di F1!Per non parlare della tenuta di strada, praticamente un kart…sedili avvolgenti che ti fanno sembrare l'abitacolo una monoposto...diventi un tutt'uno con la macchina, senti il cambio come lo scettro del potere, le gomme stridere sull'asfalto e quel pazzesco, divertentissimo brivido nell'arrivare dritto fino sotto la targa della macchina da sorpassare e poi schivarla all'ultimo, senza bisogno di lampeggiare i fari perchè nel quando quello guarda lo specchietto retrovisore, caro…tu sei già al suo fianco, con la terza tirata…è un attimo e mentre lui mette la freccia tu sei già lì davanti…frizione, cambio, quarta e via…mangia la polvere automobilista!Se poi parliamo di cabrio diventiamo goduriosi perchè a tutto questo ci si aggiunge vento, sole e quell'odore di fresco…la sera per vedere le stelle basterà alzare la testa!
Quanta strada con il mitico Duetto, eh Pierone?!Bè, però, ad onor del vero il meglio l'abbiamo dato con la moto…brivido ed eccitazione al semaforo….dall'altra parte inizia a lampeggiare il giallo, colpetto alla gamba...Picchio visiera giù e gambe strette…inizia il gas e prima, si parte aperti e potenti…la moto si alza e tu stai lì tutt'uno con l'altro centauro, la moto te la senti sotto le gambe come il cavallo…un cavallo meccanico di una potenza impressionante!Gli altri ancora lì con la frizione e tu già alla prima curva, in piega naturalmente…Picchio piegati dolcemente, senti la moto, senti i giri, senti i battiti del tuo cuore….e via destra, sinistra…con gli scarponcini della Dainese, avevo sedici anni ed ho capito che i motori sarebbero stata una mia passione! Grazie Piero, anche, per come mi hai insegnato a guidare!Picchio;-)

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Piloti si nasce!

Primo giorno di "scuola guida" … 15 anni, mega pizzale, spider 2000 di Pierone, tanto sole e le sue preziose indicazioni: "Questo è il freno, quello l'acceleratore e quella la frizione. Bilancia col secondo, poco freno… meno pasticche consuma, più il pilota è bravo. Dai, prova…senti la macchina, non deve soffrire, la devi amare ed insieme vi dovete divertire; la devi conoscere per esserne sicura, impara questo perché poi nel traffico dovrai stare attenta agli altri, a quelli incapaci!"…detto così sembrava facile, ma che strattonata la prima volta, quasi un colpo di frusta al collo!!! Un urlo dell'"istruttore" e da capo fino a sera….un mese dopo ero sull'autostrada con la Jaguar lanciata, Papà davanti e Pierone dietro che diceva "ok, così, ora sorpassa, attenta, veloce, vai, ora rientra e via"….la mia prima macchina a 18 anni una Clio fichissima, verde bottiglia…erano gli anni 90, scuola privata, il verde bottiglia fa molto english style; poi la 206 ed ora la Yaris 1.3, 16valve per favore….unico pregio di lavorare in aeroporto abitando in centro, la strada: la laterale del raccordo alla Pisana, tutt'una chicane!Quella nuova della Fiera di Roma: due curve lunghe e morbide, il resto tutta pista…ci tocco i 180!Poi la Roma-Fiumicino e ed il mitico curvone finale quello dove gli altri si confondono e non sanno dove andare, io lo so e come!!!Inizia la salita, 130 stringendo la curva piano a destra, lasciando un filo di gas che fa attrito per le gomme…arrivi in cima che ti sembra di decollare (la location aiuta!) e…che palle quel Vigile biondo: LO ODIO!Ci arrivo sempre in blocco motore e mi sentono fino sulle piste…prima o poi lo stendo,GIURO!!!

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21/01/07

Massimo Ranieri - Il Padre Prodigo

Massimo Ranieri ritrova la figlia e ci canta sopra....incredibile, ma vero!
Non è il frutto d'una allucinazione febbrile post influenzale; l'ho visto in tv giovedì sera su Rai Uno, Mamma Rai, la rete del Cattolicesimo, della Famiglia ritrovata, del Bollino Verde per i minori…
...una ragazza mora, molto alta, seduta in prima fila guarda Ranieri estasiata...lui le sorride e con aria seria e contrita annuncia che, dopo 36 anni, ha capito che è ora di presentare al mondo la Creatura che è nata da una notte di passione d'allora e di cui per tutto questo tempo non ha mai voluto sapere...vieni Cristiana...dice e questa ragazza lunga lunga, il doppio di lui, che se l'abbraccia orgogliosa: ha 36 anni ed ha appena toccato il papà per la prima volta...in tv...a lui scende una lacrima vera sul viso scavato. Presente la nonna (mamma di Massimo) ospite della scorsa puntata. Commovente?! Forse! Allucinante?! Sicuramente!
Ranieri quando avrà risolto i suoi attriti familiari ed esaurito i parenti da ospitare chi inviterà?! La trasmissione forse ha poco budget e deve risparmiare?!La Carrà era malata e lui la sta sostituendo?!
Non so, forse prima di ammalarmi vedevo troppo poca televisione per non accorgermi di tutto questo! I fatti privati andrebbero risolti nel salotto di casa; gli affetti tutelati; il buongusto insegnato. Massimo Ranieri è un grande cantante, un attore storico, uno con un fisico bestiale per la sua età, un sentimentale partenopeo (non era...i figli sò piezze e'core...) che bisogno ha di tutta questa volgarità?! Scoprire la figlia davanti alle telecamere, metterla a nudo nella sua più profonda difficoltà, farci spettacolo ed augurarsi d'esser pure un buon padre...dopo 36 anni di latitanza??!
Subito dopo, stretto nell'abbraccio risolutore, ha cantato "La cura" di Battiato. "La cura", caro Massimo, vattela a far prescrivere dal medico a te ed a chi ha permesso tutto ciò.
Che strazio quest'Italietta!

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Mr Flores - l'Innocente

Mario Flores ha occhi grandi e la faccia da ragazzo della porta accanto, ma nasconde angoscia e sofferenza…è un ex condannato a morte. Nato nel 1965 a Città del Messico, è emigrato negli Stati Uniti quando ne aveva 7. A 19 anni viene accusato d'omicidio e per questo condannato a morte. Lui si proclama innocente (continuerà a farlo sempre), ma della sua innocenza non ha prove certe e quindi resta in carcere per 20 anni…vive nel "braccio della morte" in attesa d'esser giustiziato entrando di diritto nel celeberrimo club dei "dead men wolking". Nel 1999 il suo caso arriva ad una svolta: lo Stato dell'Illinois dà il via libera all'uso della prova del Dna nel processo…si rimette in moto la macchina giudiziaria e Mario viene riconosciuto innocente. Nel 2004 esce di prigione: non ottiene neanche un minimo riconoscimento, cacciato dagli Stati Uniti come "persona non gradita" è deportato in Messico. Mario racconta che durante la prigionia ci sono stati anche dei bei momenti: le volte che la famiglia gli faceva visita; le lettere che migliaia di persone comuni gli scrivevano per fargli coraggio; la solidarietà degli altri detenuti. L'unico grande problema era il tempo: non passava mai…quello è il vero crimine: sprecare il tempo! Per questo motivo dice d'aver visto tanta gente suicidarsi; per questo motivo ha imparato a valorizzare il suo tempo leggendo, scrivendo, dipingendo e sognando…sognando di poter dimostrare la propria innocenza.
Racconta di vivere più nella paura da quando sta fuori dal carcere che quando era internato…"In cella superavo la paura con lo sconforto di essere prima o poi giustiziato e quindi vivevo ogni giorno come se fosse l'ultimo. Ora è un po' più difficile trovare le coordinate giuste. Resto ancorato alla mia forza che per anni è stata la mia famiglia ed alla fede in Dio. Credo in Dio ed ho imparato a conoscerlo nel braccio della morte, dove l'unica speranza è riposta in ciò che non vedi. Dio è la corda più forte a cui puoi aggrapparti". Gli viene chiesto qual è il suo senso della vita…dice che è quello di utilizzare tutti i cinque sensi e godersi lo spettacolo che Dio ha messo in piedi sulla terra.
Che la pena di morte sia o meno uno strumento di giustizia praticabile genera opinioni contrastanti…questo è noto, ma non vuole essere la mia riflessione…penso a quanto studiato sui libri di diritto; alla presunzione d'innocenza fino alla prova certa ed inconfutabile; al garantismo tanto proclamato da Stati moderni e culture civilizzate, messo in ridicolo da pubbliche e pubblicizzate iscrizioni sui registri degli indagati di nomi che automaticamente diventano imputati, non ancora per i tribunali, ma di fatto per le coscienze popolari...penso al terrore di doversi fidare solo di quello che non vedi, alla perdita della razione e della speranza in chi ti è vicino e ti dovrebbe tutelare...penso al tempo che scandisce la nostra vita: il suo ritmo veloce del precipitare delle situazioni ed a quello mortalmente lento delle loro esasperazioni...penso a quanto l'uomo si adatti a tutto, dalla regola darwiniana a quella popolare "di necessità virtù'" e di come le certezze umane siano indispensabili tranquillanti per le coscienze mortali: avere un colpevole, un carnefice, una colpa, una pena, un diritto, un dovere, un senso, una logica...forse allora il vero senso della vita è quello d'avere coraggio; coraggio nel fermarsi, fare un passo indietro, cercare chiarezza e guardarsi attorno come dal vetro d'un acquario mantenendo intatta l'obiettività, fingendoci estranei pur vivendone il coinvolgimento. Coraggio di non esser perfetti, di poter sbagliare, di non esser così ipocriti da non saperlo accettare, ma così onesti da poterlo affrontare.

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