Nel Nome del Padre

Oggi ho ripensato a quel giorno d’estate che mio papà non è stato bene, complice il troppo calore ha avuto un malore. Il pranzo abbondante, forse pesante, una sigaretta di troppo ed il cuore si è affaticato; lui è sbiancato ed ha iniziato a sudare…noi tutti accorsi per cercare di rimediare. Fortunatamente la vicenda si è risolta con un semplice spavento, ma che tormento veder soffrire chi ami e non poter far niente d’immediato!
Ricordo che pur avendo tentato di sdrammatizzare, scherzando e sorridendo, per riportare la situazione al normale, poi mi sono chiusa in camera a piangere, in silenzio, cercando d’allontanare quella sensazione d’impotenza e dolore. Che terrore lasciarsi pervadere dalla paura che complice l’età che avanza tutto possa esser più grave, tutto possa velocemente precipitare. Finita l’adrenalina della crisi di pianto mi sono messa a ripensare a quante cose il mio papà mi ha insegnato, a quante lezioni impartite con amore, a quante ne abbiamo fatte insieme. A tutti i compleanni, le ricorrenze, le sorprese ed i viaggi…come quello a Venezia per mostrarmi una delle meraviglie d’Italia e fare il mio primo (ed, ahimè, ultimo) giro in gondola! A quanti litigi per quella professione non realizzata e quella scelta che forse ancora oggi non è completamente condivisa. A quanti difetti talvolta vorrei recriminargli per ritrovarli ancor prima nei miei gesti, nei miei comportamenti. A quei nipoti che vorrei dargli per concedere ai piccoli il privilegio di farsi amare da un nonno così speciale, che con naturalezza singolare ti parla di politica, calcio, gastronomia e chirurgia generale…la sua innata passione! Ho pensato a mia mamma, sua compagna d’una vita, ed ho provato ad immaginare quello che senza la sua metà potrebbe fare…praticamente nulla, se non temporeggiare! Mi sono messa a pensare a quanto sia ingiusta la vita che si appropria del tuo tempo che destina a cose che nemmeno t’appartengono e ti lascia briciole per gli affetti più cari. Da allora mi sforzo di non farmi condizionare dallo stress o da qualsiasi altro malumore e me ne godo ogni istante con tutta l’attenzione che si può dedicare ad un grande Amore come quello per il proprio Padre...ed il mio è il migliore!
Etichette: Family and Love
3 Comments:
anche io ho una foto da piccola piccola con mio padre a Venezia, devo cercarla nelle scatole dei ricordi ma la apro solo ogni tanto. Bellissimo il rapporto che hai con tuo padre, sei veramente una ragazza fortunata, soprattutto perchè ne sei consapevole.
Lo Posso dire?!? Il prof. Ricci è un MITO!!! Un uomo sincero, colto e gentile; come dire d’altri tempi! La verità è che non siamo mai contenti e le aspettative che abbiamo, soprattutto dai nostri genitori, sono sempre altissime. Si perché da loro non tolleriamo il minimo errore. Chissà perché a loro perdoniamo davvero poco… sarà perché li immaginiamo infallibili.
Poi ci sono le incomprensioni, dovute alla distanza generazionale, del resto da che mondo è mondo, i rapporti tra figli e genitori per antonomasia non sono mai e sempre idilliaci. Forse lo sono fino all’età dell’adolescenza e lo tornano ad essere in età di completa maturità, quando iniziamo ad accorgerci di essere molto simili a loro e che molto spesso (non sempre) avevano ragione!
Nella quotidianità trascuriamo anche il fatto di dire ai nostri cari genitori quanto vogliamo loro bene e sai cosa penso?!? Che dovresti fargli leggere queste righe in particolare da…quante cose mi ha insegnato…passando…per i nipotini che vorrei dargli…fino a …ed il mio è il migliore…! Penso che leggerlo o sentirselo dire, gli regalerebbe una gioia indescrivibile.
Grazie per aver condiviso sul blog questa riflessione!
...Bloggers, con questi commenti mi avete fatto venire le lacrime!
Grazie di cuore..stasera Paparino lo metto davanti al pc!;-)
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