Anni 90!

Erano gli anni 90, scuola privata molto esclusiva, d’obbligo il soggiorno studi a Londra per imparare l’inglese…che può sempre tornare utile!
Per evitare il trauma di dover rinunciare al tanto desiderato mare estivo, la scelta di una località balneare vicinissima a Londra, ma molto più a misura d’uomo…dopo aver salutato il “comitato buon viaggio e telefonate ogni sera” a Fiumicino, io e la mia migliore amica, vissute da sempre in una campana di vetro, atterriamo a Heathrow, destinazione Brighton. Era previsto che ad attenderci ci fosse un navetta del tour operator: tra la selva di cartelli formato A3 che raccoglievano tutti i ragazzini italiani, dopo che la folla si diradò notammo un modesto autista con un cartellino formato post it da scrivania con i nostri nomi sopra che , con un improbabile furgoncino, ci diresse verso la casa della nostra adorata Family che ci avrebbe ospitate per tre lunghe settimane. “Catalessi Rita”, dopo aver schiacciato un riposino in aereo, trovò confortevole pure il sedile del furgoncino e si perse l’entusiasmante viaggio dormendo tutto il tempo salvo per avvertire di tanto in tanto la morsa terrorizzata dell’amica sveglia come un grillo, molto meno a suo agio nel pronunciare la qualsiasi parola in quell’inglese così tanto desiderato. Arrivate in città notammo con orrore sul lungomare quei venditori ambulanti di hot dog e diavolerie simili, sfascia fegato al sol odore, e con aria tra lo schifato e lo snob ci dicemmo che mai ne avremmo assaggiato uno…salvo poi diventarne regular guests!!!
Arrivammo in una casa di tre piani, con due stanze a piano con moquette ovunque, persino in bagno e cucina. Così eccitate non ci potemmo trattenere dall’uscire già la prima sera e salutando la Family, che ci avvertiva di un non compreso pericolo, ci ritrovammo sul lungomare proprio di venerdì sera…cioè quando spagnoli ed italiani vengono inseguiti dagli Hooligans locali!!! Non vi dico il record di corsa “gambe in spalla” che raggiungemmo…ma non curanti della tragedia scampata giù a ridere a crepapelle!!! Passammo le giornate frequentando la mattina la scuola e perdendoci il pomeriggio in stradine e vicoletti. Avevamo con noi il mitico walkman con un'unica cassetta italiana che, già dopo una settimana di inglese full immersion, divenne la nostra preferita…purtroppo era di Luca Carboni e questo non contribuì a migliorare il nostro umore !!! Il tempo era come a novembre a Roma: piovigginoso e grigio, sempre grigio…la nostra Mammy impietosita dall’abbigliamento “Fregene Summer” ci prestò due impermeabili degni di Derrik ed il suo fido assistente Hopper. Mangiavamo di schifo a casa, di schifo fuori, spendemmo tutto in Mc Donald’s, Mars, Twicks e tornammo a Roma con l’acetone. Ma che meraviglia girare per Londra, lei così grande…così piena di contraddizioni che si vivono accanto senza notarsi neppure…noi così piccole e meravigliate da tutto!!! Che spettacolo i musical togli fiato, i giri sugli autobus rossi tutto vento nei capelli, i musei e le mostre più spettacolari… e tutti tanti gli amici italiani che abbiamo incontrato e che qualcuno ancora oggi ci fa compagnia!!! Papaà imparò ben presto la sua prima frase in inglese, il poveretto parla solo francese: I pay…sapete le chiamate a carico del destinatario?! Quando ci vennero e riprendere a Fiumicino sembra il rimpatrio degli eroi di guerra…facce emaciate, pance gonfie, quattro parole nuove nel vocabolario ed i nostri souvenir tutti “made in Burberrys” … e che vuoi, avevamo trovato un negozietto a Piccadilly che vendeva la collezione completa al doppio rispetto a Roma…ma vuoi metterete il british style?!?
Dio salvi la Regina…e pure noi!!!
Per evitare il trauma di dover rinunciare al tanto desiderato mare estivo, la scelta di una località balneare vicinissima a Londra, ma molto più a misura d’uomo…dopo aver salutato il “comitato buon viaggio e telefonate ogni sera” a Fiumicino, io e la mia migliore amica, vissute da sempre in una campana di vetro, atterriamo a Heathrow, destinazione Brighton. Era previsto che ad attenderci ci fosse un navetta del tour operator: tra la selva di cartelli formato A3 che raccoglievano tutti i ragazzini italiani, dopo che la folla si diradò notammo un modesto autista con un cartellino formato post it da scrivania con i nostri nomi sopra che , con un improbabile furgoncino, ci diresse verso la casa della nostra adorata Family che ci avrebbe ospitate per tre lunghe settimane. “Catalessi Rita”, dopo aver schiacciato un riposino in aereo, trovò confortevole pure il sedile del furgoncino e si perse l’entusiasmante viaggio dormendo tutto il tempo salvo per avvertire di tanto in tanto la morsa terrorizzata dell’amica sveglia come un grillo, molto meno a suo agio nel pronunciare la qualsiasi parola in quell’inglese così tanto desiderato. Arrivate in città notammo con orrore sul lungomare quei venditori ambulanti di hot dog e diavolerie simili, sfascia fegato al sol odore, e con aria tra lo schifato e lo snob ci dicemmo che mai ne avremmo assaggiato uno…salvo poi diventarne regular guests!!!
Arrivammo in una casa di tre piani, con due stanze a piano con moquette ovunque, persino in bagno e cucina. Così eccitate non ci potemmo trattenere dall’uscire già la prima sera e salutando la Family, che ci avvertiva di un non compreso pericolo, ci ritrovammo sul lungomare proprio di venerdì sera…cioè quando spagnoli ed italiani vengono inseguiti dagli Hooligans locali!!! Non vi dico il record di corsa “gambe in spalla” che raggiungemmo…ma non curanti della tragedia scampata giù a ridere a crepapelle!!! Passammo le giornate frequentando la mattina la scuola e perdendoci il pomeriggio in stradine e vicoletti. Avevamo con noi il mitico walkman con un'unica cassetta italiana che, già dopo una settimana di inglese full immersion, divenne la nostra preferita…purtroppo era di Luca Carboni e questo non contribuì a migliorare il nostro umore !!! Il tempo era come a novembre a Roma: piovigginoso e grigio, sempre grigio…la nostra Mammy impietosita dall’abbigliamento “Fregene Summer” ci prestò due impermeabili degni di Derrik ed il suo fido assistente Hopper. Mangiavamo di schifo a casa, di schifo fuori, spendemmo tutto in Mc Donald’s, Mars, Twicks e tornammo a Roma con l’acetone. Ma che meraviglia girare per Londra, lei così grande…così piena di contraddizioni che si vivono accanto senza notarsi neppure…noi così piccole e meravigliate da tutto!!! Che spettacolo i musical togli fiato, i giri sugli autobus rossi tutto vento nei capelli, i musei e le mostre più spettacolari… e tutti tanti gli amici italiani che abbiamo incontrato e che qualcuno ancora oggi ci fa compagnia!!! Papaà imparò ben presto la sua prima frase in inglese, il poveretto parla solo francese: I pay…sapete le chiamate a carico del destinatario?! Quando ci vennero e riprendere a Fiumicino sembra il rimpatrio degli eroi di guerra…facce emaciate, pance gonfie, quattro parole nuove nel vocabolario ed i nostri souvenir tutti “made in Burberrys” … e che vuoi, avevamo trovato un negozietto a Piccadilly che vendeva la collezione completa al doppio rispetto a Roma…ma vuoi metterete il british style?!?
Dio salvi la Regina…e pure noi!!!
Etichette: Senninha's style
4 Comments:
Le mie "nipotine" (quattro, in tutto : la più piccola ha, ora, vent'anni, la più grande ne ha trentuno) hanno tutte - una alla volta - vissuto la tua esperienza, però in Irlanda. Quella di ventisette anni ha anche avuto una borsa di studio ed ha lavorato per un anno nella filiale inglese di un'industria chimica internazionale; adesso - laureata con lode in biologia - lavora nella filiale italiana di un'industria farmaceutica francese.
Accidenti che brave, ma da chi avranno preso!!!
No... se pensi che abbiano preso dal nonno ti sbagli: il nonno è stato solo volontario nella "sua" guerra e si è beccato 44 mesi di prigionia anglo-americana, perdendo così l'opportunità di laurearsi. Caso mai, dalla nonna, ex-professoressa di matematica, o dai genitori, tutti laureati...
A proposito della vignetta che ha fatto ridere tuo papà, ho dimenticato di dirti che i miei due generi sono entrambi medici (uno radiologo, l'altro generico) e che la nipote più grande sta facendo il biennio di specializzazione al Forlanini.
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