L’incidente
Quell’ultima curva, rotonda come gli interrogativi d’una stagione sbagliata ed insidiosa tanto quanto i rapporti con una squadra alleata, ma non amica. Il piede giù…come sempre…per fuggire dal mucchio e dai dubbi. Lo sguardo avanti e gli avversari negli specchietti. Le solite cose…se soltanto la Williams avesse sterzato sarebbe stata ancora una volta una curva delle tue…alla GRANDE!!!Questa volta, purtroppo, di grande c’è stata solo la nostra disperazione.
Imola, GP di San Marino, 1° maggio 1994. Io come sempre davanti al video, l’adrenalina e vaììì…sei davanti a tutti…poi la curva del Tamburello e la traiettoria sbagliata. Al settimo giro la Williams esce di pista a quasi 300km orari e si schianta contro il muretto. Ayrton frena, Ayrton sterza, Ayrton perché…perché…perchè non puoi. Hai in mano un volante staccato dal resto dell’auto, come quello dei bambini, ma questo purtroppo non è un gioco. La monoposto distrutta rimbalza verso l’asfalto. S’intuisce la gravità dell’incidente: Ayrton è immobile nell’abitacolo, il capo reclinato, scosso solo per un attimo da un ultimo riflesso nervoso. “Speriamo non si rompa un braccio, così la prossima gara lo riprendiamo ‘sto campionato nato storto”. Come Achille è legato al tallone, il pilota alla visiera del casco…unico punto a rischio…il destino si accanisce…nell’urto un braccetto della sospensione si stacca e salta (un cilindro d’acciaio…un bullone impazzito…un proiettile sparato). Arrivano i soccorsi, le immagini impazziscono, i cameramen corrono…corrono troppo…Papà che fanno…perché ci vuole tanto…papà cos’è quel sangue?!? “ E’ la tracheotomia, non respira”…perché non respira??? La scocca è imbattibile, il casco a prova di urto! Il braccetto ed il destino infami…quei piedi scomposti, troppo rilassati…inermi. Dopo sedici minuti dall’impatto l’eliambulanza decolla dalla pista e lo trasporta all’Ospedale Maggiore di Bologna. Alle 15.30 primo quadro clinico…quando il destino si accanisce lo fa di brutto…quel braccetto si conficca nello spazio tra la visiera ed il casco…è come se gli avessero sparato in fronte… trauma cranico, insufficienza respiratoria, stato di choc ed emorragie alle vie aeree. La lancetta delle ore compie un giro esatto ed ecco il secondo bollettino, la situazione precipita: fratture multiple alla base cranica, sfondamento frontale, sofferenza di tutto il cervello, stato di coma profondo. Ogni volta che il medico aggiorna la situazione i problemi aumentano fino al laconico comunicato delle 19.00 “E’ cessata anche l’attività cardiaca. Ayrton Senna è morto”.
Quel senso d’impotenza, di rabbia, di dover dare la colpa a qualcuno. L’incredulità…non è possibile ora ci sarà un nuovo comunicato…ma poi la dura realtà e quel senso di vuoto immenso nel cuore, nello stomaco, nella testa. L’odio profondo per quell’essere già punito dalla natura che ha autorizzato a limare il piantone dello sterzo così tanto.
Ayrton non è più tra noi! La sua anima accompagnata dalle nostre preghiere sale al cielo.
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